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Il Paradiso delle signore, trama 13 gennaio: Anita scappa, Roberto impegnato nel sociale

Enrico e Anita © Il Paradiso delle signore RAI.
Enrico e Anita © Il Paradiso delle signore RAI.

Enrico è disperato per la notizia arrivata sulla fuga di sua figlia e rivede Lea, una misteriosa donna del suo passato

Enrico sarà inerme davanti alla fuga improvvisa della figlia Anita nella puntata Il Paradiso delle Signore in onda su Rai 1 lunedì 13 gennaio. A complicare la situazione ci sarà anche l’arrivo di Lea, una misteriosa donna del suo passato.

Intanto, Roberto si dirà pronto a pubblicizzare il vaccino contro la poliomielite, impegnandosi così nel sociale. Ancora una volta, grazie alla storyline legata a Landi, la soap porta all’attenzione tempi sociali che hanno fatto la storia degli anni Sessanta in Italia.

 

Enrico rivede una misteriosa donna del suo passato dopo la fuga di Anita

Nella puntata del 13 gennaio, Enrico riceverà una notizia allarmante. La figlia Anita, che ha salutato da poco, è sparita dal collegio di Brescia. La sua è stata una fuga improvvisa e le suore non sanno che cosa fare. La paura sarà tanta e la sua tranquillità verrà turbata da un altro evento inatteso.

Arriverà infatti a Milano una donna misteriosa che appartiene al passato di Enrico. Si tratta di Lea, la quale ha a che fare con Anita.

Irene riceve una brutta notizia

Se Alfredo (Gabriele Anagni) sarà felice per i progressi legati al cambio, Irene (Francesca Del Fa) verrà a sapere che il fisco non ha accettato il suo ricorso.

 

Per lei si prospetta quindi un periodo piuttosto difficile, nonostante Perico abbia accettato di aiutarla.

Roberto Landi si impegna nel sociale

Novità per Roberto (Filippo Scarafia) che è pronto a partecipare a una campagna del Ministero della Salute per promuovere l’utilizzo del vaccino contro la poliomielite. In suo aiuto arriva Rosa (Nicoletta Di Bisceglie) che scriverà un pezzo su questo delicato argomento.

Come spesso accade, Il Paradiso delle signore parla di argomenti legati alla storia e alla cultura degli anni Sessanta e stavolta si parlerà del tema vaccinazione.

Nel corso della prima metà del Novecento, l’Europa e gli Stati Uniti furono colpiti da epidemie devastanti di poliomielite, una malattia virale che, a causa del poliovirus, paralizzava o uccideva ogni anno oltre mezzo milione di persone.

Negli anni Quaranta e Cinquanta, la malattia rappresentava una delle principali minacce sanitarie mondiali. A fronte di questa emergenza, due scienziati americani emersero come protagonisti nella lotta contro la poliomielite, trovando soluzioni diverse ma efficaci per fermare la diffusione della malattia.

Jonas Salk (1914-1995) sviluppò il suo vaccino contro la poliomielite nel 1955, un vaccino “inattivato” (IPV) che veniva somministrato tramite iniezione intramuscolare. In un gesto di altruismo, Salk decise di non brevettare il suo vaccino, consentendo che fosse accessibile a chiunque.

Solo due anni dopo, nel 1957, Albert Sabin (1906-1993) creò un altro tipo di vaccino, “vivo attenuato” (OPV), che veniva somministrato per via orale.

 

Fu proprio il vaccino di Sabin a essere scelto nel 1963 per la grande campagna di vaccinazione globale, che avrebbe portato a una drastica riduzione dei casi di poliomielite in tutto il mondo e alla sua completa eliminazione in Europa.

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