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“Un posto al sole” a Torino? Minoli: «Io avrei voluto, ma non è stato possibile»

Un Posto al Sole, cambio improvviso nella sigla dopo anni: fan spiazzati

«Anche il Papa guarda “Un posto al Sole”». A rivelare la passione del Santo Padre per la soap opera più longeva d’Italia è stata Miriam Candurro, oggi ospite al Salone Internazionale del Libro di Torino, insieme ai colleghi di set Luigi Mieli, Patrizio Rispo, Marina Tagliaferri e Michelangelo Tommaso per l’incontro “Da Napoli a Torino c’è sempre “Un posto al sole””. Gli attori della ultra ventennale serie ambientata a Napoli sono stati accolti con grande affetto dal pubblico del Salone. «Siamo realmente visti come dei parenti» commenta Rispo (nella serie Raffaele), al termine dell’appuntamento promosso dall’assessora comunale alla Cultura Rosanna Purchia.

Ma a stupire sono state le parole del giornalista e autore televisivo Giovanni Minoli, a cui si deve la paternità della serie. O meglio, «del grande romanzo popolare», come lui stesso lo definisce.  «Un programma del genere, se lavorato bene, potrebbe andare in prima serata. Ma in Rai sono in pochi a capire qualcosa di televisione» affonda il colpo.

«E’ il programma italiano più visto al mondo – spiega ancora Minoli -. La vera ragione del successo a parte l’eccezionale cast, è quella di aver radicato sul territorio il racconto e questo gli ha dato la forza di interpretare la realtà e i suoi cambiamenti. È stata una scommessa meravigliosa stravinta». Minoli poi non ha risparmiato una stoccata alla Rai torinese. «Mi sarebbe piaciuto realizzare una serie come questa a Torino, ma non è stato possibile». 

«Anche il Papa guarda “Un posto al Sole”». A rivelare la passione del Santo Padre per la soap opera più longeva d’Italia è stata Miriam Candurro, oggi ospite al Salone Internazionale del Libro di Torino, insieme ai colleghi di set Luigi Mieli, Patrizio Rispo, Marina Tagliaferri e Michelangelo Tommaso per l’incontro “Da Napoli a Torino c’è sempre “Un posto al sole””. Gli attori della ultra ventennale serie ambientata a Napoli sono stati accolti con grande affetto dal pubblico del Salone. «Siamo realmente visti come dei parenti» commenta Rispo (nella serie Raffaele), al termine dell’appuntamento promosso dall’assessora comunale alla Cultura Rosanna Purchia.

Ma a stupire sono state le parole del giornalista e autore televisivo Giovanni Minoli, a cui si deve la paternità della serie. O meglio, «del grande romanzo popolare», come lui stesso lo definisce.  «Un programma del genere, se lavorato bene, potrebbe andare in prima serata. Ma in Rai sono in pochi a capire qualcosa di televisione» affonda il colpo.

«E’ il programma italiano più visto al mondo – spiega ancora Minoli -. La vera ragione del successo a parte l’eccezionale cast, è quella di aver radicato sul territorio il racconto e questo gli ha dato la forza di interpretare la realtà e i suoi cambiamenti. È stata una scommessa meravigliosa stravinta». Minoli poi non ha risparmiato una stoccata alla Rai torinese. «Mi sarebbe piaciuto realizzare una serie come questa a Torino, ma non è stato possibile». 

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